Legge di Bilancio, così si penalizza il Mezzogiorno

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Altro che spending review: oltre ai tagli lineari ai ministeri e ai definanziamenti come quello che colpisce il fondo per l’automotive, il ddl di Bilancio per il 2025 recupera risorse anche azzerando la decontribuzione Sud, l’esonero contributivo del 30% introdotto durante la pandemia per i datori di lavoro con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Un aiuto che valeva non solo per i nuovi ingressi ma anche per i lavoratori già assunti. L’agevolazione, che Giorgia Meloni diceva di voler rendere “strutturale”, sarà abolita dal 2025 perché Bruxelles non ha rinnovato l’autorizzazione al maxi aiuto di Stato. Il ministro Raffale Fitto aveva promesso che Roma avrebbe varato al suo posto “misure analoghe“, ma la nuova agevolazione prevista in manovra costa molto meno.

Questa decisione, che penalizza le regioni del Mezzogiorno, rappresenta un grave passo indietro per lo sviluppo economico di aree già fragili. Pertanto, reputo fondamentale che il governo ripristini misure adeguate di sostegno al Meridione: voltarsi dall’altra parte vorrebbe dire continuare a incrementare il gap Nord-Sud.